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Chiaretta ha nove anni e non ha il sorriso. Lei ride, in realtà, ma non si vede. A causa di un disturbo che ha dalla nascita, quando il cervello lancia lo stimolo la sua bocca rimane immobile, come di gesso. Uno, però, che quando lei ride se ne accorge c'è: il padre, Carmine. Solo lui. Una mattina di marzo, mentre i due passeggiano nei Quartieri Spagnoli di Napoli, la bambina all'improvviso lo perde di vista. L'uomo scompare. Nessuno se ne preoccupa, dato che negli ultimi anni Carmine è andato via già altre volte, per poi tornare a casa. Ma Chiaretta sì, e cercando di avere sue notizie finisce per suonare alla porta di Tony Perduto, giornalista precario che vive da solo in quella zona della città partenopea. Tony le apre diffidente e l'ascolta, per poi venire risucchiato al centro di un mistero su cui costruisce, un poco alla volta - contro tutti e anche contro voglia -, un'indagine minuziosa, guidata solo dalla sua curiosità e animata dalle mille voci dei vicoli di Napoli. Si compone così, pezzo dopo pezzo, un giallo pieno di suspense e ironia, una storia corale di padri e figli che scorre - come il Sebeto, fiume perduto nel sottosuolo di Napoli - al di sotto delle vite ufficiali, per ricomporsi, a sorpresa, nelle ombre, nelle pieghe più nascoste, in quella verità che, come il sorriso della bambina, in fondo c'è. Anche se la vede solo chi sa guardare.